Procedura di sovraindebitamento congiunto o familiare, in cui un’unica istanza viene presentata da più soggetti che fanno parte di un unico nucleo familiare.
Si tratta, in particolare, di una impresa individuale che svolgeva l’attività di panificazione in un fondo in locazione.
L’impresa era stata cancellata da più di un anno dal Registro Imprese, ed in ogni caso non raggiungeva la soglia di fallibilità, per cui l’imprenditore ha attivato una procedura di sovraindebitamento.
Dal momento che i debiti nei confronti della banca erano garantiti dalla firma congiunta della moglie, che era anche comproprietaria dell’immobile in cui abitavano, si è scelto di presentare un progetto unitario.
Il progetto omologato dal tribunale prevedeva la vendita sia dell’immobile in cui il debitore risiedeva con la moglie (che è stato acquistato dal figlio, perciò i due coniugi sono potuti rimanere nel loro alloggio), che del fondo dove veniva svolta l’attività di panificazione, che attualmente non è ancora stato venduto.
Il ricavato della vendita della casa di abitazione è stato messo a disposizione al passivo della procedura: una volta venduto anche il fondo si procederà al riparto finale.
Nel medesimo progetto confluiva, inoltre, una parte dello stipendio percepito dall’ex imprenditore, che nel frattempo è stato assunto da un’impresa, quindi percepisce un reddito da lavoro dipendente.
Sul totale dello stipendio sono state stabilite le somme necessarie al mantenimento di tutta la famiglia e al giudice, oltre all’attivo derivante dalla vendita della casa e del capannone, è stato chiesto di accantonare anche la parte dello stipendio residua, dedotte le spese necessarie per vivere.