Il Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza (CCI) del 2019 rappresenta un’importante riforma del diritto fallimentare italiano, sostituendo la Legge fallimentare del 1942. Questo cambiamento è stato motivato dalla necessità di modernizzare e rendere più efficiente la gestione delle crisi d’impresa, in linea con le migliori pratiche europee e internazionali. Ecco una panoramica delle principali differenze e novità introdotte:

Legge Fallimentare del 1942

La Legge fallimentare italiana del 1942, in vigore per oltre settant’anni, regolava le procedure di fallimento e concordato preventivo. I punti Le principali procedure concorsuali in essa disciplinate erano:

  • Fallimento: Strumento principale per affrontare l’insolvenza, con focus sulla liquidazione del patrimonio dell’impresa insolvente.
  • Concordato preventivo: questa procedura prevedeva la possibilità per le imprese di proporre un accordo ai creditori per evitare il fallimento, solitamente attraverso un piano di ristrutturazione del debito.
  • Amministrazione straordinaria: Strumento per le grandi imprese in crisi, con l’obiettivo di preservare l’occupazione e il valore dell’impresa.

Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza (CCI) del 2019

Il nuovo Codice, entrato in vigore progressivamente tra il 2019 e il 2023, introduce diverse novità significative, con l’obiettivo di prevenire le crisi e favorire la ristrutturazione delle imprese in difficoltà. Ecco alcuni punti salienti:

  1. Prevenzione delle crisi:
    • Strumenti di allerta: Sistemi di rilevazione precoce delle difficoltà finanziarie, con obblighi di segnalazione per organi di controllo e revisori.
  2. Procedure di regolazione della crisi:
    • Concordato preventivo: Maggiori incentivi alla ristrutturazione e alla continuità aziendale, con piani di ristrutturazione che possono prevedere la continuità dell’attività anche tramite la cessione dell’azienda.
    • Liquidazione giudiziale: Sostituisce il fallimento, con una procedura più moderna e snella per la liquidazione dell’impresa insolvente.
  3. Procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento:
    • OCC (Organismo di Composizione della Crisi d’Impresa): Organismo indipendente incaricato di assistere il debitore nella gestione della crisi.
    • Piano del consumatore: Strumento dedicato alle persone fisiche che consente di rinegoziare i debiti.
    • Concordato minore: Per piccole imprese non soggette a fallimento, con procedure semplificate.
  4. Consolidamento delle norme:
    • Unificazione delle varie procedure in un unico testo normativo, semplificando l’accesso e la comprensione delle regole applicabili.
  5. Innovazioni procedurali:
    • Piattaforma telematica: Utilizzo di strumenti digitali per la gestione delle procedure, riducendo tempi e costi.
    • Misure per favorire il finanziamento delle imprese in crisi ma con prospettive di risanamento.

Conclusione

Il passaggio dalla Legge fallimentare del 1942 al Codice della Crisi di Impresa del 2019 rappresenta un cambiamento significativo nel diritto concorsuale italiano. La riforma mira non solo a migliorare l’efficienza delle procedure di insolvenza, ma soprattutto a prevenire le crisi attraverso un approccio più proattivo e orientato alla ristrutturazione. Questo nuovo quadro normativo dovrebbe favorire la stabilità economica e la continuità delle imprese, contribuendo in ultima analisi alla crescita e al benessere economico del paese.